Monaco Energy Boat Challenge

Monaco Energy Boat Challenge è una competizione internazionale di progettazione in ambito nautico con focus su innovazione ed ecosostenibilità. Gli studenti, esplorando nuove tecnologie green, progettano un cockpit con sistema energetico integrato che si possa agganciare al bimarano fornito dagli organizzatori. Le imbarcazioni gareggiano presso lo Yacht Club di Monaco. La competizione è divisa in tre categorie: Energy, Solar e Open Sea; il team del Politecnico di Milano partecipa alla categoria Energy, che prevede tre gare: endurance, velocità e manovrabilità.

Il team Polimi

Physis PEB (Polimi Energy Boat) nasce nel settembre del 2021 per intuizione dei professori Paolo Schito (Dipartimento di Meccanica) e Riccardo Mereu (Dipartimento di Energia). Oggi il gruppo è composto da oltre 90 studenti di ingegneria e design suddivisi in 7 reparti (Energy, Powertrain, Structure, Dynamics&Control, Electronics, Logistic, Communication). Per garantire zero emissioni e prestazioni elevate per il proprio catamarano, Physis PEB sta sviluppando un sistema di propulsione ibrido, che unisce idrogeno, pannelli solari e batterie.

Risultati

2023

  • Premio "Innovation"
  • Premio "Spirit"

2022

  • 3° posto generale
  • Premio “Eco Conception”

Recruiting

Il team organizza il recruiting due volte all’anno: a settembre/ottobre e a marzo. Chi voglia entrare a farvi parte deve presentare la propria candidatura tramite il form disponibile sul sito web del team.


Conosciamo il team!

Ciao! Ci raccontate che cos’è Physis-PEB?

PEB sta per “Polimi Energy Boat”, siamo una squadra di studentesse e studenti del Politecnico nata nell’autunno 2021, con l’obiettivo di costruire un’imbarcazione al 100% ecosostenibile. Già a luglio 2022 abbiamo partecipato alla Monaco Energy Boat Challenge, la competizione che si tiene ogni anno a Montecarlo tra imbarcazioni pensate per ridurre al minimo l'impatto ambientale pur mantenendo le prestazioni nautiche.

In così pochi mesi siete stati già pronti per gareggiare? È davvero un bel risultato!

Sì, ma ancor più gratificante è stato conquistare subito la pole position, dare del filo da torcere in gara ai campioni in carica e finire terzi nella nostra gara di debutto… noi che arrivando da Milano, una città senza mare, grandi fiumi o un lago per effettuare i test, a Montecarlo sembravamo degli “scappati di casa”.

Ci spieghi come è organizzato il vostro team?

Siamo circa 60 persone provenienti dai corsi più disparati del Politecnico. Abbiamo studenti di ingegneria meccanica, aerospaziale, aeronautica, energetica, matematica… ma anche di design della comunicazione e del prodotto. Siamo organizzati in 6 unità: 4 unità tecniche (strutture, powertrain, energy, elettronica) e 2 unità business (communication, logistica e business). Cerchiamo di lavorare il più possibile in presenza, per fare team building e per condividere le idee

Normalmente ogni unità si riunisce ogni settimana; ai test pratici si affianca un grande lavoro di stesura di documenti di sicurezza, che è un aspetto a cui dobbiamo sempre prestare grande attenzione per evitare di correre qualsiasi tipo di rischio in acqua.

È un grande impegno! Non è difficile conciliarlo con lo studio?

Cerchiamo di essere prima studenti e poi membri del team, ma effettivamente riuscire a non farsi assorbire totalmente dal progetto non è sempre così facile. Quello che ci spinge però è proprio la curiosità, la voglia di mettere in pratica sul campo quello che studiamo in aula, sviluppando conoscenze nuove. A far dimenticare la fatica, poi, c’è il divertimento di ogni giornata passata insieme in laboratorio, dove il team non è più un gruppo di persone con cui si lavora, ma diventa un gruppo di amici con cui confrontarsi.

Guardando al futuro, quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Vincere la Monaco Energy Boat Challenge ovviamente! L’impegno principale nel prossimo futuro sarà quello di sviluppare ulteriormente il sistema di propulsione ibrido del nostro catamarano, che unisce idrogeno e batterie. A più lungo termine, stiamo anche cercando di sviluppare un sistema di guida autonoma dell’imbarcazione

Finiamo con i motivi per cui consiglieresti ad un nuovo studente di entrare a far parte del vostro team… 

Partirei proprio dal fatto di lavorare in team: è un primo approccio a quello che sarà il mondo del lavoro, si impara a gestire le dinamiche con le altre persone, a confrontarsi con i differenti punti di vista. 

È poi bello poter mettere in pratica quello che si studia nelle aule, progettando e sperimentando sul campo soluzioni innovative e sostenibili, sentendosi liberi di innovare: a Montecarlo, ad esempio, abbiamo portato eliche che avevamo prodotto in autonomia con la stampante 3D, invece che in bronzo come si fa di solito, e queste sono state apprezzate da molti addetti ai lavori.