02.05.202314:00

Leonardo da Vinci, svelata l’origine delle macchie sul Codice Atlantico

I ricercatori del Politecnico di Milano al lavoro sul Foglio 843 del codice leonardesco


Un approfondito studio del Politecnico di Milano pubblicato su Scientific Reports ha svelato le cause di alcune macchie nere comparse da qualche anno sul Codice Atlantico, una delle raccolte più estese e affascinanti di disegni e scritti di Leonardo da Vinci.

Le macchie, in particolare, interessano il passepartout moderno che rilega e incornicia i folii originali leonardeschi del codice conservato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Il gruppo di ricerca interdisciplinare coordinato da Lucia Toniolo, professoressa di Scienza e Tecnologia dei Materiali del Politecnico di Milano, ha utilizzato una serie di tecniche di analisi non invasive e micro-invasive per esaminare e comprendere la natura e le cause del fenomeno di annerimento che, osservato su circa 210 pagine del Codice a partire dal 2006, ha suscitato grande preoccupazione tra i curatori e conservatori del museo e gli studiosi.

La ricerca del Politecnico di Milano si è focalizzata sul Foglio 843 del Codice e, combinando indagini di fotoluminescenza iperspettrale, imaging di fluorescenza UV, con un imaging micro-ATR nell’infrarosso, ha evidenziato la presenza di colla d’amido e colla vinilica localizzate nelle aree dove il fenomeno delle macchie è più intenso, proprio vicino al margine del foglio.

Inoltre, all'interno delle cavità formate tra le fibre di cellulosa della carta del passepartout, è stata rilevata la presenza di nano-particelle inorganiche tondeggianti composte da mercurio e zolfo. Queste particelle sono state identificate come metacinabro, un solfuro di mercurio in una fase cristallina inusuale di colore nero.

Approfonditi studi sui metodi di conservazione della carta hanno permesso di formulare alcune ipotesi sulla formazione del metacinabro. La presenza di mercurio potrebbe essere associata all'aggiunta di un sale anti-vegetativo all'interno della miscela di colla utilizzata nel corso del restauro del codice avvenuto tra anni ’60 e ’70 del secolo scorso, che potrebbe essere stata applicata solo in alcune zone del pacchetto di carta del passepartout, proprio dove questo trattiene il folio leonardesco, per garantire l'adesione e prevenire attacchi microbiologici al Codice. La presenza di zolfo, invece, è stata collegata all’inquinamento atmosferico (a Milano negli anni ’70 i livelli di biossido di zolfo SO2 erano molto elevati) o agli additivi usati nella colla, che nel tempo, avrebbero portato alla reazione con i sali di mercurio e alla formazione di particelle di metacinabro, responsabili delle macchie nere.

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